Come funziona la stampa offset?
Nel momento in cui si necessita di scegliere una tipografia che stampa in offset si viene spesso in contatto con termini e richieste che non si capiscono, ma che sono assolutamente fondamentali per la buona riuscita del progetto di stampa, poiché vanno a influire sul tipo di carta, sulla tipologia di stampa, sul peso e, in generale, sull’aspetto complessivo finale del prodotto, che si tratti di stampa riviste o libri, o anche cataloghi, o di tutta la serie di prodotti stampabili.
Una delle frasi che si sente più spesso riguarda l’utilizzo “delle macchine per stampa offset”: ovviamente non tutti sanno di cosa si parla. La macchina offset, presente oggi in ogni tipografia, fu messa a punto intorno al 1900, ad opera dell’operaio russo Yva Rubel che scoprì casualmente per primo il processo di stampa indiretta.
Le macchine offset utilizzano ovviamente la stampa offset, che è un processo di stampa che utilizza matrici piane e che si basa sul fenomeno di repulsione tra acqua e sostanze grasse come gli inchiostri.
Con questa tecnica di stampa anziché stampare il foglio a contatto diretto con la pietra (come avviene con la stampa litografica) o la lastra di alluminio microgranito, la stampa avviene attraverso l’impiego di tre cilindri a contatto tra loro; all’aumentare del numero di colori necessari per la stampa aumentano anche i cosiddetti “castelletti di stampa”, che rappresentano fisicamente le strutture in cui avviene la stampa stessa: sono uno per colore e contengono i 3 cilindri della stampa offset.
Per capire meglio il funzionamento di questo processo (utile per la stampa brochure, la stampa depliant e per tutte le tipologie di stampa dei prodotti tipografici) dobbiamo innanzi tutto comprendere che la macchina offset è composta da diversi elementi, suddivisi in tre aree ben definite: gli “aspiratori” e le squadre di registro, i “castelletti di stampa” e l’area relativa alla raccolta dei fogli ed eventualmente altri macchinari di finitura.
Gli aspiratori e le squadre di registro servono ovviamente ad aspirare i fogli e a inserirli nell’ordine e nella posizione corretta, prima di procedere alla stampa.
Una volta aspirato, il foglio passa nel primo castelletto dove verrà stampato il primo colore; a quel punto attraverso i cilindri contenuti nei castelletti il foglio passerà al secondo castelletto, per la stampa del secondo colore e così via, fin quando la stampa non sarà completa.
L’area successiva è quella di raccolta: è qui che viene collezionato il prodotto finito o che viene predisposto per passare attraverso altri macchinari per le rifiniture.
Esistono anche macchine piane con sistema di voltura che consentono di stampare 8 o 10 colori, usati anche per la vernice di sovrastampa o per colori Pantone.
In base alla qualità della macchina da stampa offset, i vostri prodotti sembreranno più o meno professionali. Una macchina di alta qualità però non significa sempre costi elevati: vi consigliamo di guardarvi bene intorno per scegliere la tipografia più adatta alla stampa riviste, che presenti un ottimo rapporto fra qualità e prezzo.