Una tazza di caffè a regola d’arte
Affermava alcuni anni fa il giornalista e scrittore americano Mark Helprin parlando del caffè:
Il sacerdote voodoo e tutti i suoi poteri non erano nulla in confronto all’espresso, al cappuccino e alla moca, che sono più forti di tutte le religioni del mondo messe assieme, e forse più forti dell’anima stessa dell’uomo.
Parole intense, anche pesanti, ma nelle quali si racchiude tutta la filosofia che ruota panoramica e suggestiva, attraente, attorno alla tazza del caffè, soprattutto la prima, quella del mattino, quando ancora gli occhi sono dischiusi, i muscoli rattrappiti, il sogno ha ancora un grande valore rispetto alla realtà.
In quella tazzina del mattino il risveglio, nel profumo del caffè che si diffonde, che diffonde gli aromi delle sue miscele, in tutta la casa, c’è il senso stesso del risveglio, quasi intrigante, morboso.
Per noi italiani poi il culto delle miscele è quasi filosofia esistenziale, piccola eresia di una religione con milioni di adepti, ricette, consigli, fronti sui quali dividersi tra moka e macchinette, miscele personalizzate o cialde proposte dalle nuove tendenze del commercio.
Innanzitutto meglio la moka o la macchina da caffè?
Per dovere di eredità culturale la moka esiste nell’immaginario con i suoi piccoli riti quotidiani: lo svuotamento della miscela precedente (alcuni adepti al culto del caffè non svuotano mai la moka se non prima della preparazione di un nuovo caffè), il riempimento con la miscela preferita, i piccoli ingredienti i quali ruotano attorno alle alchimie personali. In questa direzione s’incontrano piccoli leggi non scritte tra chi vuole alcuni chicchi di sale grosso sulla sommità della miscela compressa, chi comprime molto, chi meno, la miscela nel filtro. In questa ritualità molti di voi si ritroveranno, ne siamo certi.
In alternativa la macchina per espresso, multi-funzionale, con il beccuccio vapore per chi vuole il cappuccino e la sua schiuma, pratica e con la grande disponibilità di cialde proposte, aromatizzate per miscele forti, decaffeinate, arricchite di zenzero o altre specialità olfattive, un mondo in costante evoluzione. E anche in quest’ambito, i dubbi su quale sia la migliore macchina da caffè e quale scegliere sono tanti: a cialde o capsule, manuali o super automatiche?
Dal punto di vista organico la moka perde leggermente terreno rispetto alla macchina da caffè: per quale motivo?
Il percorso dell’acqua che, durante la bollitura scorre tra i grani compressi della miscela nel filtro, permane più a lungo nel caffè estraendo maggiori quantità di caffeina rispetto alla macchina per espressi, la quale risulta sotto questa ottica ‘vincente’ rispetto alla casalinga macchinetta domestica.
Meglio una o l’altra allora? E con quale miscela?
In questo ambito si entra all’interno della cultura personale, anche regionale per molti aspetti, nella quale la Campania determina un grande riferimento ma al quale anche la vecchia Europa triestina ha negli anni risposto con miscele di qualità grazie ad una famosa azienda di torrefazione dal marchio rosso.
Nessuna regola, se non la vostra: ‘il caffè è un piacere, se non è buono che piacere è?’, recitava anni fa il grande Nino Manfredi in uno slogan e se lo dice uno dei grandi italiani della cultura, non possiamo che inchinarci!