Smart working: si continuerà a lavorare da remoto anche dopo la pandemia

Smart working: si continuerà a lavorare da remoto anche dopo la pandemia

Quella che tra pochi giorni verrà definita come una conversione del Decreto Rilancio, prevede una delle misure più attese che, in seguito all’ultimo passaggio in Senato a causa di un periodo di stasi per volere del potere esecutivo, potrà finalmente diventare una legge riconosciuta a tutti gli effetti.

A partire dal 2021, lo smart working diventerà un’alternativa al lavoro fisico e dovrebbe rappresentare una riforma complessiva che andrà a coinvolgere l’intero mondo del lavoro.

Questa riforma è stata stabilita e decisa dal Parlamento in seguito alla conversione del Decreto di Rilancio, ed in seguito confermata dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per far pronte all’emergenza sanitaria relativa al Covid19.

Fino alla fine del 2020, ogni azienda riceverà degli incentivi se deciderà di continuare a praticare la modalità smart working, e per quanto riguarda il settore pubblico, la maggior parte dei dipendenti potrà svolgere il proprio lavoro tramite un accesso remoto, percentuale che è destinata ad aumentare nel 2021.

In cosa consistono le riforme del Decreto

Ulteriori riforme, sono previste per i genitori che hanno dei figli con un’età non superiore ai 14 anni, a cui la scelta dello smart working sarà considerata come un diritto a tutti gli effetti, ovviamente a patto che entrambi i genitori lavorino.

Questa scelta viene rafforzata dal timore di una seconda ondata di Coronavirus che potrebbe verificarsi durante il periodo autunnale, e quindi sarebbe inutile porre fine a questa modalità di lavoro quando forse tutto il sistema verrà nuovamente bloccato e vi si dovrà ricorrere nuovamente.

In conclusione, per tutto il 2020 e anche per il 2021 questa misura andrà a caratterizzare una trasformazione del mondo del lavoro.

I cambiamenti causati dal Coronavirus

Dal mese di marzo, più di 4 milioni persone che lavorano sia nel settore pubblico che in quello privato, sono state sorprese dall’epidemia di Coronavirus e per questo motivo sono state obbligate a ricorrere alla modalità di lavoro in smart working.

Questi numeri sono davvero elevati in quanto negli anni precedenti solo il 20% dei lavoratori si avvaleva di questa modalità.

Per quanto riguarda le modalità con cui lo smart working diventerà legge a tutti gli effetti, bisognerà aspettare il prossimo anno in modo che si abbiano delle nozioni più dettagliate in seguito al diritto allo spegnimento, che vede una separazione tra la vita privata e la vita professionale anche in presenza di questa agilità del mondo del lavoro.

L’epoca dello smart working

A seguito di questo periodo di emergenza sanitaria, tutti si sono impegnati per affrontare la fase successiva alla quarantena, e questo al fine di tornare alla normalità nel tempo minore possibile.

Sono stati molti i danni riportati da questa epidemia, e se da un lato il ricorso allo smart working ottiene più consensi che dissensi, andranno riconsiderate le modalità in cui si potrà effettuare questa riforma in modo da renderla il più adatta possibile alle esigenze dei lavoratori di ogni settore.