Guglielmo Alessio vittima di un complotto. L’assoluzione arriva troppo tardi.

Guglielmo Alessio vittima di un complotto. L’assoluzione arriva troppo tardi.

Guglielmo Alessio era stato accusato per reati ambientali, ma altro non era che il culmine di un complotto. Il giudice Marcello Rizzo ha bocciato la tesi dell’Accusa e ha accolto la richiesta di assoluzione avanzata dai suoi avvocati difensori. 

Assolto l’imprenditore bergamasco Guglielmo Alessio

In effetti, la grave accusa mossa nei confronti della “Jentu” – azienda sita nella provincia di Lecce e appartenente al Gruppo Agronomia di Bergamo – si è rivelata infondata.

Il Tribunale di Lecce ha assolto Guglielmo Alessio e l’allora Direttore Industriale dell’azienda, Ing. Fabrizio Villa, perché “il fatto non sussiste”.

Nel febbraio 2016, l’imprenditore agronomo bergamasco fu accusato di presunti reati ambientali a seguito di una segnalazione anonima giunta ai CC NOE (Nucleo Operativo Ecologico) di Lecce.

I reati furono contestati a Guglielmo Alessio in merito alla Jentu, azienda agricola appartenente ad Agronomia Spa che, a causa dei danni economici e di immagine conseguenti alle accuse infondate, si è trovata a dover dichiarare fallimento un anno dopo.

Allora, a nulla valse il tentativo di dimostrare che la grave denuncia ai danni della Jentu, altro non era che una montatura finalizzata a colpire “l’imprenditore venuto dal Nord”.

La Jentu – eccellenza locale nel suo contesto e fiore del Gruppo Agronomia bergamasco – faceva evidentemente gola a molti. Era infatti già stata indebolita da sabotaggi, accompagnati da offerte di acquisizione sottocosto. Le infondate accuse di reati ambientali e il rinvio a giudizio le diedero poi il “colpo di grazia”.

Oltre a Guglielmo Alessio, assolto anche Fabrizio Villa

Guglielmo Alessio, 59 anni, fu costretto a cedere la sua azienda agricola Jentu, a seguito dei danni economici causati da furti, sabotaggi e soprattutto a causa delle perdite causate dalle infondate accuse di reati ambientali giunte nel febbraio del 2016.

L’imprenditore agronomo bergamasco fu indagato per aver smaltito alcuni rifiuti speciali dell’azienda, come ad esempio toner per stampanti laser, cassette e imballaggi in plastica, ecc., su una superficie di 4000 metri quadri all’interno dei terreni della “Jentu”.

Certo è che, Guglielmo Alessio si è sempre proclamato innocente fin dagli albori di questa vicenda, tuttavia, questo non l’ha risparmiato da un gravoso

processo a suo carico. Un processo che alla fine gli ha dato ragione. Il giudice della Seconda Sezione Penale del Tribunale di Lecce, infatti, ha pronunciato il suo verdetto di assoluzione “per non aver commesso il fatto” e “perché il fatto non sussiste” sia per Guglielmo Alessio, sia per Fabrizio Villa, 45 anni, sempre bergamasco – allora direttore industriale dello stabilimento.

Le accuse e il processo nei confronti di Guglielmo Alessio rappresentarono allora il culmine di una serie di furti, sabotaggi e minacce, finalizzate evidentemente all’indebolimento della Jentu.

Offerte di acquisto dell’azienda, giunte nell’anno precedente la chiamata anonima ai CC NOE, indicarono allora degli evidenti tentativi di sottrarre agli “imprenditori del Nord” la realtà Agricola che avevano saputo creare. Alessio, tuttavia, non si era piegato dopo anni di sacrifici imprenditoriali. Serviva perciò alzare il tiro, sia ai danni dell’imprenditore Bergamasco, sia del Gruppo Agronomia.

Giunse perciò la denuncia anonima e la gogna mediatica che le seguì, con la conseguente perdita di clienti in Italia e all’estero. Si trattava perciò di un complotto, ma abilmente tessuto e quindi difficilmente dimostrabile.

L’eco delle accuse giunse anche in Germania, dove l’imprenditore aveva avviato uno stabilimento industriale per la trasformazione del prodotto agricolo proveniente dalla Jentu. UNA DELLE RIVISTE PIU’ IMPORTANTI DEL SETTORE ORTOFRUTTA “FRESH PLAZA” scrisse addirittura, nella sua edizione tedesca, che l’imprenditore era stato arrestato. Una notizia ovviamente falsa, ma quando la verità fu davanti agli occhi dei clienti tedeschi, i contratti di fornitura erano ormai sospesi. La spirale di danni commerciali generata dal danno d’immagine era ormai inarrestabile. L’8 Aprile 2021 si tiene la prima udienza a Lecce per il risarcimento del danno di diffamazione.

Processo e assoluzione per Guglielmo Alessio

Al processo la Pubblica Accusa richiese la condanna a dieci mesi di reclusione per entrambi gli imputati, tuttavia, il giudice ha sposato la tesi dell’avvocato difensore Tommaso Cortesi del Foro di Bergamo e di Amilcare Tana del foro di Lecce, i quali hanno dimostrato che il sequestro preventivo d’urgenza ad opera dei carabinieri del NOE fosse segnalato sulla base di una serie di segnalazioni anonime rivelatesi palesemente infondate.

La sentenza di assoluzione sostanzialmente “ESTORSIONE” non può risarcire l’imprenditore agronomo bergamasco Guglielmo Alessio per i danni economici e d’immagine subiti a seguito del clamore generato dal sequestro, tuttavia, ne mette in risalto la sua compostezza e integrità morale con cui ha affrontato, fin dall’inizio della vicenda, il complotto messo in atto ai suoi danni.

L’indagine a seguito della denuncia da parte di Guglielmo Alessio si è risolta con un caso di archiviazione, essendo i responsabili tuttora sconosciuti e ancora oggi il processo come parte offesa è in corso.

La stampa leccese, ha prontamente “riabilitato” la figura di Guglielmo Alessio dando il meritato spazio a una sentenza che fa giustizia nei confronti di un concittadino acquisito che, da anni, si dedica alla realtà leccese impiegando forza lavoro, tempo e passione.