In Die Dantis, l’evento culturale promosso dall’associazione SenzaBarcode

In Die Dantis, l’evento culturale dedicato a una delle figure di riferimento più importanti per l’Italia – Dante Alighieri – è stato un vero successo sotto ogni punto di vista. Promosso dall’associazione SenzaBarcode, il dibattito è stato incentrato sulla vita del Sommo Poeta e non solo. Il convegno per commemorare i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri ha avuto come tema la vicenda giudiziaria che lo coinvolse in prima persona.
Un’iniziativa davvero di alto livello e profilo, sostenuta dal professor Massimo Montuschi e dedicata a Eleonora Fiorani. La vicenda giudiziaria che condusse all’esilio Dante Alighieri è stata ampiamente approfondita durante l’evento trasmesso in formato video sul canale YouTube: vi hanno preso parte, inoltre, molte figure di riferimento importanti, come Simona Giannetti, avvocato penalista, Massimo Montuschi, professore di lettere. L’evento è stato moderato da Sheyla Bobba, Presidente di SenzaBarcode. Su www.senzabarcode.it è possibile approfondire ulteriormente la tematica dell’evento, che in ogni caso è disponibile sulla piattaforma YouTube. La versione audio, invece, è presente nella trasmissione Disputandum per WebRadio SenzaBarcode.
La vita di Dante attraverso la sua storia giudiziaria
L’incontro culturale per la commemorazione del settecentesimo anno dalla scomparsa del Sommo Poeta si è svolto chiedendosi anche quanto possa essere attuale la sua vicenda penale. Un evento che è andato oltre il semplice ricordo o atto dovuto nei confronti di una delle figure più importanti per la letteratura italiana: un’occasione importante che ha aperto alla riflessione su quanto ciclicamente alcuni fatti storici tendano a ripetersi, in particolare quando si parla di giustizia e politica. L’intervento di Fiorella Mandaglio ha posto l’accento sulla giustizia (e relativa ingiustizia) del processo penale inquisitorio del Basso Medioevo.
Nel caso di Dante Alighieri, l’esilio venne inflitto non solo al Poeta, ma anche ai suoi figli. La giustizia, che avrebbe dovuto essere “sana” e soprattutto non un mero regolamento di conti, aveva fin troppo spesso il sapore della vendetta. La vicenda dantesca è quanto mai attuale: durante In Die Dantis, si è lungamente paragonato quella giustizia feroce alla giustizia attuale, in cui ancora oggi molte persone vengono perseguitate per motivi politici o credenze religiose. Affidarsi alla storia è l’unico modo per comprendere non solo il nostro passato, ma anche per cambiare il presente e il futuro, in particolare su un tema importante come la giustizia.
La vicenda penale Dantesca e l’attualità della giustizia
Il dibattito In Die Dantis ha riportato in auge la storia giudiziaria di Dante: sui libri di storia, abbiamo imparato la vita del Sommo Poeta, che non solo ci ha lasciato uno dei più importanti poemi allegorici-didascalici – la Divina Commedia – ma anche una preziosa lezione verso il senso di giustizia. Torniamo alla Firenze del 1300, alle fazioni nemiche: Alighieri si era schierato nella fazione dei Guelfi Bianchi, che erano contrari all’intervento del pontefice.
La vicenda politica del tempo si è svolta in modo molto brusco per Alighieri, che, convocato a processo, prese una decisione importante: non si presentò. A seguito della sua scelta, Dante fu dichiarato colpevole, ma non solo. La pena che gli fu inflitta, oltre al pagamento di una multa di cinquemila fiorini, era la morte, nel caso in cui fosse tornato nella città di Firenze. Condannato all’esilio perpetuo, il dibattito In Die Dantis ha avuto relatori di alto calibro, che hanno analizzato la vicenda sotto punti di vista diversi.
Un evento culturale da non perdere assolutamente e che può essere recuperato su YouTube in formato video o su Disputandum in formato audio. Il compito della storia è di non farci commettere gli stessi errori, eppure dalla vicenda di Dante, possiamo vedere tutt’oggi come la giustizia possa essere sfruttata dalla politica (e viceversa), portando ad alcuni risvolti importanti.