Posizionamento su Google, perché è importante il First Input Delay
Quando si parla di posizionamento su Google si sente spesso parlare di First Input Delay oppure ritardo del primo input utente. Si tratta di una metrica presa in considerazione dai cosiddetti Core Web Vitals. Sono gli elementi più importanti, secondo la valutazione di Google, per definire l’esperienza utente e che includono altri aspetti quali il Cumulative Layout Shift e il Largest Contentful Paint.
Posizionamento Google: cos’è il First Input Delay
In materia di posizionamento su Google con Neweb Studio, il First Input Delay è fra gli ingredienti fondamentali per migliorare il ranking. Si accosta dunque ad altri elementi come la presenza dell’HTTPS, una navigazione sicura e una migliore page experience.
Con il termine First Input Delay si intende uno fra i tre segnali web essenziali. Si tratta dunque di un elemento che misura la capacità di una pagina di riuscire a interagire nel minor tempo possibile. Il FID, nello specifico, indica il tempo che trascorre fra la prima interazione dell’utente con la specifica pagina e la risposta. Ciò è dovuto al fatto che è importante avere una First Contentful Paint (FCP, velocità di caricamento percepita) adeguata all’esperienza dell’utente. Per renderla tale però c’è bisogno che la persona riceva dei feedback.
In sostanza non basta far caricare in tempi rapidi la pagina, deve anche funzionare tutto ciò che serve al pubblico per essere soddisfatto velocemente. Il First Input Delay dunque permette al webmaster oppure al SEO expert di scoprire, ad esempio, il tempo trascorso fra il click su un bottone oppure un elemento mobile e il momento in cui dà la risposta il browser.
Posizionamento Google: come ottimizzare il First Input Delay
Il First Input Delay è abbastanza semplice da definire. In linea generale per fornire ai propri utenti una buona pagina web il ritardo dovrebbe essere entro i 100 millisecondi. Perché valutare questo ritardo? Il divario esistente fra il momento in cui appare su una pagina l’elemento e quello in cui esso risponde all’interazione umana è legato a diversi fattori da valutare con attenzione.
Questo parametro è considerato fondamentale da Google. Innanzitutto perché sarà la prima impressione dell’utente alla reattività del sito a definire l’approccio su qualità e affidabilità. Ciò significa che il miglioramento della prima interazione avrà un impatto maggiore sul miglioramento dell’interattività complessiva.
Posizionamento Google: come monitorare il First Input Delay
Google fornisce vari strumenti che permettono di osservare e di valutare il First Input Delay, una metrica da misurare direttamente sul campo. Per una visione d’insieme si può utilizzare la Search Console che fornisce una sezione dedicata alla page experience dove troviamo anche i Core Web Vitals con il diverso andamento delle pagine.
Per valutare le risorse singole poi esistono numerosi tool, ma l’intervento di un professionista è sempre fondamentale. D’altronde è importante partire da un presupposto base: avere un sito web che sia snello e semplice porta moltissimi vantaggi.
Posizionamento Google: come migliorare il First Input Delay
Fra i vari interventi che consentono di ridurre il tempo del ritardo nella prima interazione ci sono vari fattori, ossia:
- La riduzione dell’impatto del codice di terze parti.
- La riduzione del tempo dell’esecuzione di JavaScript.
- La riduzione al minimo del lavoro sul thread principale.
- La minimizzazione del numero di richieste
- La riduzione delle dimensioni di trasferimento.
Di solito la causa principale di un FID scadente è dovuta all’esecuzione pesante di JavaScript, per questo motivo l’ottimizzazione del modo in cui JavaScript compila, analizza ed esegue la pagina web ridurrà il FID direttamente.
Per ottimizzare questo aspetto e andare a ridurre l’occupazione del thread principale (che non consente al browser di rispondere alle varie interazioni dell’utente) si possono seguire alcune best practices:
- Spezzare i compiti lunghi in varie attività più piccole e asincrone.
- Ottimizzare la pagina web per la disponibilità all’interazione.
- Usare un web worker, che permette di eseguire JavaScript su un thread in background.
- Ridurre il tempo di esecuzione di JavaScript, andando a rimandare JavaScript inutilizzato e portando a una riduzione al minimo i polyfill inutilizzati.