Piede piatto nel bambino, come intervenire per risolvere il problema in età pediatrica
Cosa sapere sul piede piatto nel bambino? Questa è una delle preoccupazioni più diffuse nei genitori, che ovviamente vogliono saperne di più, anche per comprendere come comportarsi e quali trattamenti seguire. Il piede piatto si caratterizza per l’appiattimento della volta plantare. L’età pediatrica è un periodo molto delicato, in cui naturalmente si verificano tanti cambiamenti.
Finché si è piccoli, c’è da dire che il piattismo è un fenomeno del tutto naturale, fisiologico. Ma ovviamente non possiamo sottovalutarlo con gli anni, in cui si rende necessario l’ascolto di uno specialista, con un trattamento mirato. Come risolvere il piattismo in età pediatrica? Potrebbe essere utile un consulto su podologiaverona.it.
Piede piatto nel bambino, che cos’è
Il piede piatto nel bambino può essere sia fisiologico che patologico. Possono verificarsi molti meccanismi che vanno a incidere: l’alterazione dell’appoggio plantare, infatti, può portare a un suo abbassamento. Il piede piatto non presenta l’arco tipico e, quando si poggia il piede a terra, l’arco è praticamente inesistente.
Rispetto agli adulti, nei bambini, e dunque in età pediatrica, i piedi piatti rientrano nel meccanismo fisiologico. I loro piedi sono infatti elastici: nella maggior parte dei casi, il problema si risolve con la crescita. Quando va a formarsi l’arco plantare? Tra il quarto e il settimo di vita del bambino, ma ci sono dei casi in cui il piede piatto può essere patologico.
Del resto, le stime indicano che il 90% del piattismo infantile si risolva con il tempo, con la dovuta maturazione del piede. Nei casi di malformazione congenita, tuttavia, è bene sapere che dovrebbe intervenire uno specialista, sebbene i casi non siano così comuni.
Le cause dei piedi piatti nel bambino
Quali sono le cause più diffuse che determinano il piattismo patologico? Ci sono diversi motivi per cui il problema potrebbe non rientrare. Per esempio, un peso corporeo eccessivo, che dunque va a gravare alle estremità. Anche i traumi non vanno sottovalutati, soprattutto ai danni di piede e caviglia.
In casi più rari potremmo trovarci di fronte all’artrite reumatoide infantile, mentre non vanno in alcun modo sottovalutati i fattori congeniti. Il piede piatto, secondo la medicina, presenta tre livelli di gravità, tre stadi di avanzamento della problematica.
Il piede piatto nel bambino si risolve da solo?
Il termine medico del piede piatto è “piattismo”, ma ben pochi lo usano. Inoltre, c’è da dire che tutti noi nasciamo con i piedi piatti. Quando i bambini imparano a camminare, necessitano di un appoggio stabile: per tale motivo, la pianta del piede poggia in modo completo sul pavimento. Ovviamente, col tempo il piede piatto cambia: va a formarsi l’arco plantare, che è quello che abbiamo sotto il piede.
Quand’è che possiamo però iniziare a parlare di piede piatto nel bambino? Nel momento in cui, crescendo, la pianta del piede rimane piatta, e dunque non presenta quella forma tipica dell’arco. Questo disturbo è tipico dell’età evolutiva, ma si risolve da sola o c’è bisogno dell’aiuto di uno specialista? Nella maggior parte dei casi, sì, il piede piatto si normalizza con il tempo, ma se persiste, tale problema non va preso alla leggera.
Quando rivolgersi a uno specialista
Quando arriva il momento di preoccuparsi? Quando è necessario il consulto di uno specialista? Questa condizione, come abbiamo visto, è del tutto normale nella fase di sviluppo del piede. Tuttavia, se la condizione non è più fisiologica ma patologica – per esempio il piede fa male – è necessario sentire uno specialista. La condizione infatti potrebbe protrarsi nel tempo e non scomparire in età scolare.
Come trattare il piede piatto nei bambini?
La prima cosa da fare è ovviamente sottoporsi alla visita di uno specialista. Se viene conclamata la Sindrome Pronatoria, che è associata al piede piatto valgo, si possono seguire delle indicazioni del podologo: in alcuni casi basta comunque usare delle scarpe specifiche per correggere il problema. I plantari personalizzati aiutano molto, ma sono destinati ai casi più severi di piattismo.
Per quanto riguarda invece l’intervento chirurgico, ci si ricorre unicamente intorno agli otto o nove anni di età, e solo se il bambino presenta una forma di piede piatto avanzata, con una sintomatologia ben precisa, che gli impedisce di camminare e/o gli porta dolori continui.