Psicologia del lutto: l’importanza dell’elaborazione e della terapia

Elaborare un lutto è un percorso personale, diverso per ciascuno di noi. Durante l’elaborazione della scomparsa di una persona amata – un genitore, un figlio, il partner, un amico – ci si affaccia verso un periodo nero, in cui tutto appare molto insignificante. In cui, talvolta, si perde il senso della vita. Per questo motivo esiste la psicologia del lutto e diventa importante fare un percorso di psicoterapia.
Il senso di vuoto che deriva dalla scomparsa è asfissiante, non lascia spazio ad altro. Tutti i colori del mondo scompaiono. Un dolore che si prova ogni giorno, uno stato mentale alterato, un sentimento difficile da elaborare, soprattutto perché tutte queste cose insieme hanno un fortissimo impatto psicologico. Un aiuto concreto per superare il periodo è dato dalla terapia: consultare uno psicologo online o uno psicoterapeuta potrebbe essere la soluzione migliore per affrontare le cinque fasi del lutto e riprendere in mano le redini della propria vita.
Cos’è la psicologia del lutto
Il lutto in psicologia si identifica con la perdita di una persona cara. Tuttavia, non è solo legato alla morte, ma anche alla separazione improvvisa, all’abbandono, alla fine di una relazione importante, che magari andava avanti da tanto tempo. La psicologia del lutto supporta l’elaborazione, un processo mediante il quale si cerca di sopravvivere al senso di vuoto, rabbia o colpa che talvolta possono impedire di andare avanti con la propria vita.
Come elaborare un lutto o una separazione
Le tappe dell’elaborazione del lutto o della separazione sono state ampiamente approfondite dalla psichiatra Elizabeth Kubler Ross. Forse le conosci già: sono cinque, e ogni fase si caratterizza per sbalzi d’umore, difficoltà, ostacoli che appaiono insormontabili. Durante la fase iniziale dell’elaborazione del tutto, c’è la negazione, ovvero l’impossibilità di accettare ciò che invece è accaduto. Si nega la perdita, si nega la morte, si nega l’abbandono.
Successivamente alla negazione, inizia la fase di rabbia: durante questo periodo, si dà la colpa a qualcuno di vicino, o anche alla fede stessa, e si tende a soffrire di irrequietezza e insonnia. Sovente, infatti, si ha quasi l’impressione che sia venuto meno il senso di giustizia del mondo. Quando inizia la fase della contrattazione, invece, si viene a patti con se stessi. Questo è uno dei periodi che dura più a lungo, perché ci si sente a metà tra la rabbia e la depressione (che è la fase successiva). L’individuo cerca di contrattare con se stesso, di riconoscere i propri limiti.
Durante la fase depressiva, si prende atto di ciò che è successo. Si riconosce la scomparsa della persona amata, o l’abbandono, o la separazione. La depressione in questo senso può essere reattiva (la persona inizia ad accettare cosa ha perso), o preparatoria (non c’è più niente da fare). Infine, dopo un lungo periodo di tempo, spesso accompagnato dalla psicoterapia, avviene l’accettazione. La persona che abbiamo amato non c’è più. Se n’è andata.
La psicoterapia, un aiuto essenziale
Come trattare l’elaborazione del lutto? Quali sono gli aiuti essenziali durante questa fase delicata? Purtroppo, è vero che alcune persone reagiscono ai lutti in modo molto diverso: per esempio, chi soffre di disturbo borderline della personalità, potrebbe avere molte più difficoltà nell’elaborare la scomparsa di qualcuno, poiché ha delle reazioni emotive estremamente intense. Gli effetti del lutto o della scomparsa sulla psiche umana possono essere piuttosto avversi e negativi.
Dopotutto, la funzione biologica dell’attaccamento è insita in noi, non solo nei confronti della propria madre, ma anche verso tutti coloro che amiamo. Gestire la perdita non è facile da soli: l’approccio psicoterapeutico al lutto prevede sedute di counseling, in cui si fa analisi delle difficoltà incontrate dopo la perdita della persona, e si contestualizza anche l’ambiente sociale, oltre che familiare.