Avvocato del lavoro: cosa fa e dove trovarne uno valido
Licenziamenti, trasferimenti, problemi con ferie, permessi e retribuzioni; quante volte in ambito lavorativo si ha a che fare con queste problematiche e per risolverle, non sempre basta un accordo tra le parti, ma c’è bisogno di un vero e proprio professionista in grado di appianare queste controversie.
Nello specifico è l’avvocato del lavoro colui che interviene in tutti i casi di controversie tra il dipendente o ex dipendente e l’azienda, è un professionista, specializzato nel diritto del lavoro, che supporta tanto l’uno quanto l’altra per tutte le necessità che possono insorgere durante un rapporto di lavoro.
Dove trovare un avvocato del lavoro a Milano
Ecco perché, per ricevere un’assistenza legale è fondamentale che ci si rivolga a un professionista specializzato in questo ambito e sempre aggiornato: puoi trovare un avvocato a Milano su avvocatosubito.com che ti metterà a disposizione il giuslavorista adatto al tuo caso.
Tuttavia, spiegare che cosa fa l’avvocato del lavoro e quando può intervenire, non è così scontato come può sembrare.
Ecco, quindi, tutte le indicazioni per capire di che cosa si occupa e dove trovarlo.
Avvocato del lavoro: cosa fa
In un mercato del lavoro in continua evoluzione, cambiano spesso la disciplina che lo regola, i contratti, i rapporti tra datore e dipendente, i meccanismi del licenziamento.
Essere al passo con tutti gli aggiornamenti è la priorità dell’avvocato del lavoro che si occupa, quindi, delle controversie tra le parti e fornisce consulenze.
Nello specifico, per quanto riguarda le dispute contrattuali, questo professionista entra in gioco tutte le volte che si verifica un contrasto di tipo economico tra il dipendente e il datore di lavoro in particolare quando nasce o si chiude il rapporto.
Le consulenze per le aziende e i lavoratori
L’attività dell’avvocato del lavoro può essere distinta nell’assistenza che esercita per le aziende e quella per i lavoratori.
Nel primo caso offre consulenza e sostegno legale nelle situazioni in cui il datore di lavoro debba procedere a provvedimenti o licenziamenti disciplinari, quando si parla di riorganizzazione dell’azienda, di richieste di pagamento di infortuni, di malattie o differenze retributive, controlli dell’Ispettorato del lavoro, Inps e Inail.
Al contrario, l’avvocato del lavoro assiste il lavoratore in caso di:
- procedimento o licenziamento disciplinare,
- licenziamento per riorganizzazione,
- trasferimenti,
- mobbing,
- demansionamento e dequalificazione,
- sicurezza sul lavoro,
- lavoro in nero,
- crediti da lavoro.
Quando rivolgersi all’avvocato del lavoro
È fondamentale rivolgersi all’avvocato del lavoro tempestivamente; il rispetto di certi tempi nelle controversie del lavoro è il primo passo per la riuscita della controversia.
Nel caso del licenziamento illegittimo, per esempio, l’iter per impugnare l’atto e procedere in tribunale o a un tentativo di conciliazione è molto stringente.
Da qui la necessità da parte del lavoratore, non solo di conoscere la tempistica, ma di rivolgersi a un avvocato per la stesura dei documenti così da evitare che un semplice vizio di forma possa pregiudicare tutta la procedura.
Come si risolve una controversia legale tra dipendente e datore di lavoro
Il primo passo per risolvere una controversia di lavoro è la mediazione: le due parti cercano di trovare una soluzione in tempi rapidi e senza ricorrere al tribunale che comporterebbe un aggravio di spesa e una spendita di energie maggiore.
Ecco perché l’avvocato, come primo tentativo, intraprende la strada stragiudiziale; questa può avvenire con un tentativo di conciliazione in sede amministrativa, vale a dire presso la Direzione Territoriale del Lavoro nelle apposite commissioni, o in sede sindacale.
Un altro modo per risolvere le controversie del lavoro è l’arbitrato, ossia una procedura alternativa al tribunale in cui le parti rimettono la decisione a un terzo imparziale.
In sostanza dipendente e datore di lavoro si affidano a quanto deciderà la commissione di conciliazione della Direzione Territoriale del Lavoro.
La terza via è il tribunale: se il datore di lavoro rifiuta la conciliazione o l’arbitrato o le parti non si accordano, la controversia sarà affidata al giudice.