Didattica a distanza, perché non è la soluzione giusta
Negli ultimi mesi siamo stati messi a dura prova a causa della pandemia. La vita di tutti è cambiata notevolmente, ma ancor di più lo è per i bambini e i ragazzi che si sono visti di colpo rinchiusi in casa senza la possibilità di andare a scuola né di vedere i propri amici. In particolare, la didattica a distanza ha creato non pochi problemi, infatti, non si è rivelata assolutamente la soluzione giusta e, soprattutto, no può esserlo per il futuro.
Didattica a distanza, analisi delle problematiche
La didattica a distanza ci ha travolti, la verità è questa. Nessuno era pronto per far fronte a quest’improvvisa necessità e quindi, chi più, chi meno, ha cercato di tirare i remi in barca. Molti docenti non erano pronti, molti non conoscevano nemmeno i programmi, e non parliamo dei ragazzi.
Ma quali sono state le problematiche più forti? Indubbiamente il digital divide che in Italia è ancora molto ampio. Purtroppo non tutti hanno un device con connessione. Sembra assurdo nel 2020 eppure è la realtà. Molte famiglie non hanno la possibilità di dotare il proprio figlio, soprattutto se più di uno, di un pc o laptop o tablet.
Questo è stato un grosso scoglio durante la didattica a distanza perché molti ragazzi e molti bambini non hanno potuto seguire in modo ottimale e continuativo. In diversi casi sono state le scuole a impegnarsi nel distribuire i laptop e i tablet in dotazione, in altri casi le famiglie sono state costrette all’acquisto.
Un altro grosso scoglio da superare è sto quello legato alle competenze dei ragazzi. Se da una parte è vero che sono nativi digitali, dall’altra questo non garantisce loro tutte le competenze e, quasi come un paradosso, la maggior parte di loro non è stato in grado di seguire le lezioni in modo autonomo.
A questo si deve aggiungere la difficoltà dei genitori che non hanno lavorato da casa nel seguire i figli, soprattutto considerando anche il fatto che diversi non ne avevano le competenze per farle. In buona sostanza, la didattica a distanza è stata enormemente difficoltosa soprattutto per i genitori che si sono trovati con una mole di lavoro considerevole.
Non è andata meglio ai docenti che si sono dovuti, in molti casi, improvvisare animatori digitali. Purtroppo non tutti i docenti, soprattutto quelli più avanti con gli anni, conoscevano i programmi per effettuare la famigerata DAD e si sono così dovuti adattare alla situazione raddoppiando anche loro il proprio lavoro.
Cosa si prospetta per settembre
Chiaramente per settembre non ci sono certezze. Si parla tanto di tutto, ma fatti concreti ancora non se ne vedono. Sicuramente, nel caso in cui si dovesse attuare ancora la didattica a distanza, questa volta tutti saranno un po’ più pronti.
Di sicuro la DAD non può essere considerata la soluzione. Ci si augura che possa, nel malaugurato caso, essere utilizzata limitatamente perché i ragazzi hanno soprattutto bisogno del contatto con i docenti e con i compagni.
Non solo, c’è più di tutto la necessità di attuare la didattica inclusiva, cosa che con la DAD non è stata possibile. La moltitudine di ragazzi con bisogni educativi speciali o con disabilità è stata lasciata sola allo sbaraglio, c’è da augurarsi che questo a settembre non si ripeta.
Un pensiero su “Didattica a distanza, perché non è la soluzione giusta”
I commenti sono chiusi.