Vacanze a chilometro zero in Lombardia
Il lungo ponte tra il 25 aprile e il 1 maggio, incastrato nel bel mezzo dell’ampia crisi economico finanziaria, ha convinto un numero crescente di cittadini lombardi a trascorrere delle ferie “low cost” in alcune delle più belle località della propria regione. Vere e proprie vacanze a chilometro zero che hanno permesso a migliaia di lombardi di staccare la routine quotidiana senza sacrificare eccessivamente il proprio portafoglio, già messo a durissima prova dalle criticità attuali.
Sando ai numeri forniti dalla Camera di Commercio di Monza e Brianza, in tali giorni di ponte il business turistico avrebbe macinato un giro d’affari pari a circa 240 miloni di euro, con una quota prevalente rappresentata propria dalla presenza dei turisti lombardi che preferiscono un viaggio in località a breve distanza.
Sono sempre gli elementi camerali a suggerirci che la Lombardia è la seconda meta più gettonata delle vacanze di fine aprile (proprio grazie alle vacanze a chilometro zero, dietro la Toscana), con più del 30 per cento dei lombardi che ha scelto di trascorrere questi pochi giorni a casa di amici e parenti al fine di tagliare i costi.
Non disperano, comunque, anche le altre voci di business turistico. In Lombardia, contrariamente a quanto avviene in altre macrozone nazionali, il numero di imprese attive nel settore ricettivo (tra alloggi, bad and breakfast, alberghi tradizionali, ecc.) sono aumentate di quasi 3 punti percentuali in un solo anno, con una prevalente concentrazione a Milano (944 unità) e con una ottima spinta propulsiva in Monza e Brianza, dove le strutture sono cresciute dell’11,1 per cento.
Molto positivo è anche l’andamento del volume di imprese legate ai servizi di ristorazione nella regione, con un aumento del 2,1 per cento nel primo trimestre del 2013 rispetto a quanto avveniva nello stesso periodo dell’anno precedente. Delle oltre 48 mila unità, quasi un terzo sono presenti a Milano, in incremento del 3,2 per cento, e più di 3 mila a Monza e Brianza, in aumento del 2 per cento.